- Lunigiana Tartufo nell’alta Toscana lavora i tartufi che Simone appassionato ed esperto di tartufi lui stesso ricerca nei boschi della Lunigiana insieme ai funghi porcini entrambi risorse eccezionali del territorio incontaminato dell’Appennino Tosco-romagnolo, fedele alle tradizioni alle proprie radici è riuscito a creare un prodotto unico una vera eccellenza che ha unito la cucina della Lunigiana al pregiato tartufo e ai funghi dell’Appenino: ecco come nasce il Testarolo ai Porcini
- I testaroli sono un formato di pasta di grano tenero molto antico (alcune fonti ne indicano l’uso in epoca romana) il cui utilizzo è stato sviluppato nell’area della Lunigiana e dell’estremo levante ligure. Caratteristica di questa pasta è il processo di cottura che dà il nome stesso al prodotto. Infatti l’impasto di farina O, sale e acqua alla giusta densità, veniva cotto per pochi minuti (senza essere girato) in particolari pentole di ghisa o terracotta chiamate “testi“, composte da un coperchio detto Soprano e da una base chiamata Sottano, entrambi preriscaldati prima dell’uso su fuoco di legno di faggio. I testi si prestavano per la cottura di cibi diversi: carni, verdure, torte, e proprio per la loro versatilità e funzionalità erano molto utilizzati dalla popolazione povera della Lunigiana, contadini e pastori, spesso costretti per lavoro a spostamenti sul territorio.
- Ricetta per i testaroli: Tagliate a quadretti il testarolo (di circa 5 cm), immergerli in una pentola di acqua bollente e sale a fuoco spento (fare bollire l’acqua, quando la stessa bolle, spegnere il fuoco) per circa 2 minuti. Scolare con mestolo forato e condire con una noce di burro.
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